Julekake e il mio Natale in anticipo.
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Quarta tappa del mio viaggio: la Norvegia
Frutta candita e cardamomo sono gli ingredienti tipici di questo classico pane dolce della tradizione norvegese. Il pane è conosciuto anche come Julekaka o Julekake, che significa "Yule Pane" in norvegese. Come molti pani delle feste, anche Julekake è fortemente speziato. La spezia tradizionale utilizzata è il cardamomo, ma possiamo trovare varianti con noce moscata e cannella. Molti degustatori lo preferiscono appena uscito dal forno ed altri tostato e servito con burro.
Per un norvegese non sarebbe Natale senza Julekake.
In alcune parti della Norvegia, i bambini vanno casa per casa a cantare i canti di Natale, spesso vestiti come i personaggi della storia di Natale, come i pastori o i Re Magi. Un'altra tradizione vuole che le famiglie accendino una candela, dalla notte della vigilia di Natale sino al Capodanno.
Il vero simbolo del Natale in Norvegia è il grande Albero di Natale in Trafalgar Square nel centro di Londra, con i suoi tipici cestini di carta a forma di cuore che si presume siano stati inventati dallo scrittore Hans Christian Andersen nel 1860.
Una canzone molto popolare nel periodo natalizio in Norvegia è il Musevisa (Song Mouse). Le parole sono state scritte nel 1946 da Alf Prøysen. Il brano fa parte della tradizione folk melodica norvegese. Racconta la storia di alcuni topi che si preparano per il Natale e la madre e il padre avvertono i loro figli di stare lontano dalle trappole per topi!
Nel 2008 è stato aggiunto un verso che coinvolge un gatto. Pensata da un fotografo norvegese chiamato Ivar Kalleberg. La maggior parte delle persone pensò che questo pezzo aggiunto fosse davvero divertente e che ad Alf Prøysen sarebbe piaciuto lo scherzo!
Nella mia ricerca non ho trovato nulla sulla ricetta in particolare solo un documento antico estrapolato dal primo libro di cucina norvegese scritto da Hanna Winsnes, in cui tra l'latro, tra gli ingredienti, non vi è il cardamomo.
JULEKAKE (CHRISTMAS BREAD) CHILDREN
Julekake
750 g di farina
270 g di latte
80 g di zucchero
110 g di burro
1 uovo
70 g di uvetta
70 g di frutta candita
70 g di arancia candita
1 cucchiaino di cardamomo
7,5 g di lievito di birra (io)*
1 cucchiaino di zucchero
1 uovo per spennellare (io latte)
una presa di sale
* 30/50 g di lievito + due tre ore di lievitazione.
Mettere l'uvetta a bagno con acqua calda per dieci minuti, scolare e asciugare.
Sciogliere il lievito ed il cucchiaino di zucchero in un po' di latte tiepido. Versare la farina nella planetaria. Unire il lievito, l'uovo, il burro morbido, lo zucchero, il sale, il cardamomo ed il latte tiepido rimasto. Avviare con il gancio e far lavorare per non meno di 10 minuti. Deve presentarsi liscio e compatto. Stendere la pasta su un piano leggermente infarinato e formare un rettangolo. Aggiungere la frutta candita, l'uvetta e l'arancia. Ripiegare e lavorare per ben distribuire la frutta. Riformare una palla e porre a lievitare in un contenitore di plastica unto di olio, chiudere col coperchio o con della pellicola. Lasciare lievitare sino al raddoppio. Nel mio caso ci sono volute otto ore avendo utilizzato una quantità di lievito inferiore rispetto alla ricetta. Trascorso il tempo sulla spianatoia formare un rotolo e dividerlo in tre parti uguali.
Io ho diversificato le forme come si nota dalle foto.
Porre ciascun composto nella teglia provvista di carta da forno e lasciare lievitare ancora sino al raddoppio, coprendo con la pellicola.
Spennellare con l'uovo battuto o il latte (nel mio caso) e infornare a 175 °C per 20/ 30 minuti in forno statico. Il tempo di cottura varia a seconda dello spessore del pane e dal forno. La prova stecchino aiuta sempre. Se nel corso della cottura il pane dovesse colorarsi troppo copritelo con della carta d'alluminio.
Appena pronto potete gustarlo subito (buooono) oppure aspettare che si freddi e glassare.
Come scritto sopra molti norvegesi lo preferiscono tostato e con uno strato di burro sopra.
A voi la scelta.
Piccolo chiarimento riguardo l'uso del lievito di birra.
In quest'ultimo periodo sto sperimentato la lunga lievitazione. Ho letto qualcosa sull'argomento e mi sono cimentata col salato (pizza). Non ho trovato un post che facesse riferimento in modo esplicito anche ai lievitati dolci in presenza, tra l'altro, di uova e burro, per cui nel caso specifico ho voluto sperimentare di mio pugno. Qualsiasi suggerimento o chiarimento in merito è ben accetto.
Parole, parole, parole...Bussano alla porta, apro ed una magica sensazione, come vento caldo, mi inonda. " Ciao Alessandra sono il Natale, posso entrare?". Non ho avuto bisogno di rispondere, il Natale era già dentro. Mi voltai e una scia di piccole lucciole disegnavano i miei movimenti. Una mano lieve si posò sulle mie guance, accarezzandole con dolcezza e lasciando un magico tepore. Il cuore lo sentì gonfiarsi, colmarsi di una gioia smisurata. Tra lo stupore e l'incredulo lasciai che tutto accadesse. Mi lasciai andare, non opposi resistenza e sentì lo Spirito del Natale scorrermi dentro, percorrere ogni centimetro del mio corpo. I pensieri avevano i colori del Natale. Li vedevo prendere forma e con ali svolazzarmi sulla testa. La mia voce
intonò Last Christmas degli Wham. Le mie gambe iniziarono a danzare, le mie mani ad ondeggiare. C'ero dentro per davvero.
intonò Last Christmas degli Wham. Le mie gambe iniziarono a danzare, le mie mani ad ondeggiare. C'ero dentro per davvero.
Il Natale era in me ed io ero in Lui.
Gli angoli delle mie labbra accennarono un sorriso e due piccole stelle scivolarono giù per le guance. Le accolsi
tra le dita e le tenni strette per un po'. Sentì tutta la magia di quel momento e come in un remake
percorsi velocemente i miei periodi grigi, fatti di rifiuti, di chiusura e di specchi coperti. Ero in un angolo spettatrice
di me stessa. Tra finti sorrisi e orecchie sempre tese, giunsi all'ultima scena,
la scena che solitamente precede la famosa parola "fine", appunto di solito, ma non nel mio film.
Il mio film non aveva una fine, non aveva una sceneggiatura e non c'erano attori. Il suo nome
Realtà, unica e sola protagonista, io. Ho una penna e un diario in mano.
Lo sfoglio e nella prima pagina leggo una frase: " amati".
to be continued.......
1 commenti
Ciao cara, non sono certo una cima in questi discorsi, ma a guardare gli ingredienti sembra una ricetta non troppo ricca di burro e uova, quindi sì, hai ben pensato, puoi tranquillamente ridurre il lievito di birra ed allungare i tempi di lievitazione, ottenendo un prodotto di gran lunga migliore.
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